Sunday, October 16, 2005

THE FLYING LUTTENBACHERS
(Rumore Aprile 2004)



Weasel Walter, corpo e mente dietro The Flying Luttenbachers, è un personaggio che è dovuto e giusto considerare, oltre che come culto, come musicista capace di convogliare in maniera certamente difficile ma altrettanto lucida le proprie idee in una forma musicale. Interrogato specificamente per questa analisi, si è dimostrato interlocutore ideale nonché estremamente esauriente a riguardo della propria creatività musicale, tant'è che, con in mente una sorta di parallelo con lo scorrere spigoloso dei suoi dischi, abbiamo preferito lasciar esprimere in una sorta di flusso di coscienza controllato, senza interruazioni né commenti. “I Flying Luttenbachers non riguardano il conformarsi a idiomi o tratti stilistici preesistenti, piuttosto sono il risultato di continue rielaborazioni che orbitano attorno a idee che ho cominciato a sviluppare negli anni '80. Velocità, tensione e ferocia sono aspetti fondamentali, ma richiedo anche un “livello minimo di disperazione” che sia comune ai membri presenti nel gruppo oltre a me. Questa intensità di base si manifesta sia come impatto fisico del suono sia come complessità del risultato finale: l'attitudine intenzionale di mantenere un'estrema urgenza attraverso tutti i momenti di musica creati dai Flying Luttenbachers garantisce l'impossibilità di rimanere fermi troppo a lungo e diventare auocompiacenti. Progredire non è un processo facile o sicuro, ma non bisogna avere paura di nulla. Il timbro degli strumenti dev'essere tagliente e aggressivo, ogni intervento melodico deve suonare discordante, fastidioso, serrato. Ho sempre fermamente creduto che la prima impressione sia fondamentale nell'ascolto della musica e ho sempre cercato di colpire duramente l'ascoltatore dal primo istante. Caricare l'introduzione di un pezzo di tante informazioni è un metodo eccellente per disorientare chi ascolta e far piazza pulita di qualsivoglia aspettativa. Personalmente amo lo shock provocato da cambiamenti improvvisi nella struttura, nel tempo, nel timbro o nella densità di un pezzo: nessun cambio, esplosione o interruzione può essere definito eccessivo. Ultimamente ho cominciato a contemplare l'idea di inserire trasformazioni graduali all'interno della mia musica, ma questi sono stati finora i tratti salienti di ciò che ho scritto. Il livello di controllo da mantenere è una cosa estremamente soggettiva, i Flying Luttenbachers sono il progetto più ordinato e disciplinato al quale abbia preso parte, soprattutto perchè voglio che siano l'espressione univoca di una mia particolare visione musicale, anche se all'interno di essa è compreso un certo livello di improvvisazione “libera”. Ma “free” non è ciò che voglio essere, io voglio convogliare le mie idee in una composizione che possa incarnarle completamente per la propria intera durata.. In alcuni altri gruppi con cui suono (XBXRX, Goof Ice, To Live And Shave In LA 2) c'è un livello di chaos maggiore, ma perchè il concetto di quelle band risiede nella libera interazione fra i musicisti: in questi gruppi l'entropia è un elemento fondante che viene preso in considerazione dal momento stesso in cui nascono, ma per i Flying Luttenbachers questo non vale: non m'interessa e non è quello che cerco. Quanto al ragguingimento di un limite fisico durante l'esecuzione musicale, penso che la perdita del controllo equivalga ad una disfatta. A nessuno piace vedere la forza dietro un gruppo esaurisi, o almeno a me non piace: non è solo l'intensità a dare valore a qualcosa: c'è gente che suona più velocemente di me e c'è gente che è in grado di mettere in piedi tour de force più faticosi dei miei, ma questi attributi presi isolatamente sono completamente inutili.”